Qualche amico mi incoraggia affettuosamente ad osare un libro mio. Non sa che io compro i libri non per il piacere della lettura, ma per la maligna soddisfazione, una volta letti, di non trovarci il mio nome sulla copertina. E comunque, perché non si può fare in letteratura ciò che già si fa nell’arte contemporanea (penso a Jeff Koons), e cioè rendere pleonastica l’esecuzione, arrivare addirittura a demandarla ad altri? Il mio sogno: una bottega di scrivani al mio servizio. Io gli fornisco il materiale grezzo: vecchi articoli, bozze d’idee, annotazioni di pensieri ritenuti degni di nota, gli dò le coordinate principali e poi dico loro: “ora cavateci un libro”.
Archive for marzo 2009
Fantasie delegatizie
marzo 25, 2009Masochismo inconsapevole
marzo 25, 2009Vorrei incontrare l’anima gemella, la donna che mi sappia vedere per come sono veramente, quasi avessi da guadagnarci.
Sternstunden
marzo 25, 2009Sternstunden è una suggestiva espressione tedesca che significa, letteralmente, “le ore della stella”. In senso più estensivo viene intesa come una sorta di epifania esistenziale, qualcosa che sta ad indicare un momento o un incontro che illuminano un destino. E’ un concetto molto romantico che trova rarissimi riscontri nella quotidianità, e che viene adoperato in letteratura come espediente retorico per riassumere una vita intera attraverso la narrazione di un singolo episodio; come capita in molti racconti e saggi di Jorge Luis Borges (vedi Biografia di Tadeo Isidoro Cruz, Emma Zunz e La forma della spada). (more…)
Dio c’è
marzo 24, 2009Per lungo tempo ho creduto che Dio non esistesse, e mi stupivo di come, malgrado l’evidenza schiacciante delle prove di cui ormai disponiamo, molti si ostinassero a negare l’idea che un sistema così complesso e interconnesso potesse derivare da un processo governato dal caso. Come convincersi infatti che la meccanica perfetta del nostro corpo, lo stesso cervello che riflette su se stesso, siano arrivati a questo grado di sofisticazione a causa di un semplice gioco di mutazioni senza un fine predefinito, cioè per innumerevoli tiri di dadi successivi avvenuti nel corso di una evoluzione che si perde nella notte di miliardi di anni fa? (more…)
L’innocenza dell’inorganico
marzo 24, 2009Questa è una delle immagini che avrei voluto come sfondo per il titolo del blog. E’ un quadro di Giorgio Morandi, un pittore che amo molto. Mi sembrava che le sue nature morte esprimessero bene il mio concetto di “periferia dello spirito”, di “ceto medio dell’anima”, a cui rimanda la vie en beige. Nelle sue opere io ritrovo una qualità particolare di attenzione agli anonimi oggetti di uso quotidiano, una sorta di canto alla purezza e all’innocenza dell’inorganico, la proiezione allegorica di un pensiero più che una mera “visione”, che sono in fondo i principi ispiratori anche della mia scrittura, o meglio quello che cerco di fare quando mi racconto. Forse quei vasi e quelle bottiglie sono chiamati “nature morte” perché la pulsione di morte, come diceva Freud, è “la nostalgia dell’inorganico”, e l’inorganico è attraente per la sua “naturalezza”, perché “non se la tira”.
La mia amica Nicole, che mi ha aiutato a impostare graficamente il blog, essendo io un analfabeta informatico, ha detto che c’erano dei problemi, non so bene se di formato o altro. L’immagine finale che ha inserito è quanto di più vicino siamo riusciti a trovare. Spero renda l’idea.
Destini opposti e adiacenti
marzo 24, 2009Mio fratello maggiore vive a San Paolo del Brasile da 9 anni. Lavora per una multinazionale italiana. Quando andai a trovarlo m’impressionò quella città enorme, che pare vanti il record del numero di elicotteri privati che la sorvolano. Sembra l’ambientazione di Blade runner, solo senza pioggia. Lì non è mai notte fonda, il riverbero della luce elettrica sul cielo scuro è così forte da dar l’impressione di un’alba lunghissima che subentra immediatamente dopo il tramonto. San Paolo è la capitale dei contrasti, che convivono uno a fianco all’altro sgomitando, come la favela di Paraisopolis, il cui ironico nome è reso ancora più tristemente ironico dal fatto di confinare con un quartiere ricchissimo, le piscine e i campi da tennis a pochi metri dalle baracche fatiscenti e solo un muro a separare un destino. Di qua la condanna e di là la salvezza.
Contro la memoria
marzo 24, 2009Il culto dei morti, la passione per gli anniversari, la giornata della memoria, tener desta la memoria… C’è qualcosa che non mi convince, come se la qualità di Funes fosse un’attitudine sterile e paralizzante, contraria alla vita. Io la penso come gli Yanomami, un’antica tribù amazzonica stanziata nelle foreste fra il Venezuela e il Brasile, che ormai è ridotta a poco più di 10.000 individui. Praticano una forma bizzarra di cannibalismo funebre. Quando uno dei suoi membri muore, gli altri della comunità lo riducono in cenere, in un falò che brucia non solo il corpo del defunto, ma pure tutto ciò che gli appartiene, dall’arco al piccolo perizoma. Mescolano le ceneri con polpa di banana e le inghiottono mentre cercano di dimenticare il nome del defunto, che non dovrà più venire pronunciato da alcuno. Bisogna cancellare ogni traccia del suo essere e ogni ricordo della sua persona, e non tanto per se stessi, ma affinché il dimenticato possa attraversare la soglia della “Casa del tuono”, l’equivalente del nostro paradiso.
Voltare pagina
marzo 23, 2009La Storia incomincia con la scrittura. Così mi insegnarono a scuola. Prima della scrittura – inventata dai Sumeri circa 5000 anni fa – c’era la Preistoria, c’erano i cavernicoli, poveri esseri che si distinguevano a malapena dagli animali a cui davano la caccia. E’ la scrittura il discrimine, lo spartiacque. Non è sufficiente vivere per avere una storia. Senza scrittura si esiste solo in quanto specie, come le formiche o gli insetti. Bisogna scrivere, dare una forma scritta alla propria vita, soltanto in questo modo si ha una storia e se ne è protagonista. (more…)
Vite parallele
marzo 23, 2009C’è una memoria che nasce dall’immaginazione e dalla letteratura e non ha nulla a che vedere con l’esperienza effettiva, ed è, di fatto, una vita parallela.
(Derek Walcott)
Salva con nome
marzo 23, 2009Si può benissimo pensare che la magnificenza della vita sia pronta intorno a ognuno e in tutta la sua pienezza, ma velata, nel profondo, invisibile, lontanissima. E’ però non ostile, non riluttante, non sorda. Se la si chiama con la parola giusta, col nome giusto, viene.
(Franz Kafka, Diari, 18/10/1921)