Archive for agosto 2009

Un bronzo onorevole

agosto 17, 2009
Nella Cappella Sistina delle ingiurie, le celebre scena del film Full metal jacket in cui vengono passate in rassegna le reclute dei marines, il sergente maggiore Hartman dice: “Io sono un duro però sono giusto. Qui non si fanno distinzioni razziali. Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani e messicani”. Beh, so che nella vita bisogna puntare sempre in alto, porsi il traguardo più ambizioso, ma mi sembra che in certe occasioni ci si possa e debba accontentare, in fondo il nostro è un terzo posto onorevole, siamo sul podio dietro due fortissimi, praticamente imbattibili.

I professionisti dell’antisionismo

agosto 15, 2009

yehoshua

Cena al ristorante con amici. Uno di questi è un esperto del conflitto mediorientale. Scrive su blog e giornali della sinistra radicale, e ovviamente è filopalestinese. In teoria dovremmo pensarla allo stesso modo, ma quando mi comunica con orgoglio che il prossimo pezzo che gli è stato espressamente commissionato sarà un’intervista con un noto pacifista israeliano – che dopo un lungo corteggiamento ha acconsentito a rispondere alle sue domande nonostante i mille impegni e le conferenze in giro per il mondo, nelle quali in sostanza ribadisce ad libitum la condanna del suo paese per le stragi e le innumerevoli violazioni dei diritti dei palestinesi -, la mia faccia si rabbuia e lui lo nota. (more…)

Rissa in galleria

agosto 14, 2009

rissa in galleria

2009, tecnica mista (olio di pizza su maglietta, sudore e sputi)

Figure del dissenso

agosto 13, 2009

eagleton

Saggio è un termine che difficilmente si può applicare agli scritti di Terry Eagleton, che sono ben poco imparziali e prudenti. Solo adoperandolo come sostantivo, e contrastandone la neutralità con l’accostamento di aggettivi quali caustico, polemico, irriverente, si può intendere parte del grande fascino che trasmette la sua scrittura. In Figure del dissenso, una sua raccolta di recensioni (Meltemi, pp. 359, euro 25), affronta personaggi del calibro di George Steiner, Northrop Frye, Harold Bloom, Seamus Heaney, Isaiah Berlin, Gayatri Chakravorty Spivak e altri: a nessuno di loro concede sconti nell’analisi dei testi di volta in volta presi di mira. (more…)

Con destino

agosto 12, 2009

mondo

Dovendo partire per Fuerteventura, e avendo pochi soldi a disposizione, l’unica soluzione possibile era con Iberia passando per Madrid. La cosa non mi dispiace. Il bello di fare scalo in Spagna è quando l’altoparlante chiama i passeggeri all’imbarco, e annuncia il volo “con destino..”. All’improvviso il mio viaggio non è più casuale, acquista uno spessore e un senso diverso. Era fatale che io andassi lì, la destinazione è un appuntamento col destino. L’unico problema è il ritorno.

La scrittura e il silenzio

agosto 12, 2009

issogne

Il Castello di Issogne in Valle d’Aosta è celebre per i suoi affreschi rinascimentali, ma meritano la giusta attenzione pure i numerosi graffiti d’epoca disseminati in tutti gli ambienti, che Omar Borettaz ha diligentemente catalogato in un bel libro edito da Priuli & Verlucca nel ’95. Fra questi, il mio preferito è opera di un anonimo visitatore del XVI sec., si trova nel loggiato del 2° piano e dice: “Vorebe, senza parlar, eser inteso”. Ogni linguaggio aspira alla propria redenzione e tradisce al contempo un’acuta nostalgia del silenzio, che è attributo della perfezione. A margine, per esprimerlo o invocarlo, resta solo la scrittura, inchinata e stregata dallo stesso silenzio che la smentisce.

Un mondo esclusivo

agosto 10, 2009

esclusivo

Leggo su un blog letterario una discussione molto aspra a proposito della nuova legge che istituisce il reato di clandestinità. Si fronteggiano estimatori e detrattori dell’attuale governo. Da una parte chi manderebbe tutti gli extracomunitari a casa loro, e dall’altra chi è per l’accoglienza. La cosa che più mi impressiona è il lessico, e per uno che ama la scrittura non potrebbe essere diversamente. A sinistra si invoca la “tolleranza”, e a destra si pretende la “reciprocità”. Chissà perché, a me suonano entrambe come delle parolacce. “Tollerare” qualcuno per me significa “sopportarlo”, che non è proprio un bel modo di relazionarsi agli altri. E la “reciprocità”, invece, ai miei occhi sottende la cultura del do ut des, del fare il proprio interesse, che non è esattamente il modo migliore per amare il tuo prossimo, come sarebbe nei precetti evangelici a cui quella parte politica dice di ispirarsi. Ricordo quando Berlusconi parlò alla Confcommercio, e affermò che gli elettori di sinistra erano dei “coglioni” perché non facevano i propri interessi. Tutti si scandalizzarono per il “coglioni”, io capii di non aver niente a che fare con quella gente soprattutto per il fatto che considero una cosa molto positiva l’atto disinteressato, difatti l’unico tratto che accomuna le persone diversissime che mi sono care è proprio l’assenza di calcolo, il dimostrarmi il loro affetto facendo cose che vanno contro i loro interessi. Ma questo è un mondo in cui l’egoismo è diventato una virtù, l’attitudine indispensabile per ottenere successo. E’ come “esclusivo”: un resort “esclusivo”, una serata “esclusiva”, una vacanza “esclusiva”; tutti lo usano per darsi un tono, per rendere più appetibile ciò che si vuole vendere o per dimostrare quanto è prezioso ciò che si compra. Forse sono l’unico che sente questo  aggettivo come un insulto. Che brutto mondo, questo mondo “esclusivo”.

Luogo di culto

agosto 9, 2009

chinotto 8

il secondo piano della palazzina bianca in via Chinotto, 8 a Roma.

I liquidatori

agosto 7, 2009

Mio padre era un avvocato cassazionista. Significa che poteva andare a Roma a patrocinare una causa in Corte di Cassazione. E’ un livello della professione legale che si raggiunge dopo un tot di anni di pratica, niente di meritorio. Ad ogni modo, di tanto in tanto gli capitava di andarci, e in quelle occasioni si vedeva con un suo amico giudice che viveva lì. Uscivano a cena, e quando decideva il giudice la scelta cadeva sempre su ristoranti molto famosi e costosi della capitale. Qui, immancabilmente, si verificava una sceneggiata, perché l’amico giudice si metteva a protestare con il cameriere per il cibo che, a suo dire, era pessimo. Poi si faceva portare davanti il cuoco e prendeva pure lui a male parole, dandogli dell’incompetente e urlandogli ripetutamente di vergognarsi.  (more…)

Varese cultura

agosto 4, 2009

varese cultura

Adoro gli ossimori ingegnosi: tipo matrimonio felice, Banca Etica, vigile distratto, intelligence militare, stabile pericolante, solidarietà femminile, ma questo è meraviglioso, non mi sarebbe venuto mai in mente, complimenti al copywriter!