Uno degli articoli più noti di Christian Raimo (http://www.ilprimoamore.com/testo_753.html) uscì su parecchi blog e quotidiani, era strutturato come un lungo elenco e si concludeva con un indovinello. L’elenco riportava una sessantina di titoli di libri, diversissimi fra loro, e il quiz riguardava il loro comun denominatore, cioè la prefazione di Walter Veltroni. Perché, oltre che autore, l’ex leader del PD risultava essere un prolifico estensore di prefazioni. La cosa suscitò molti sfottò ma non mi fece particolare impressione. Son quasi sempre favori richiesti a persone famose, che si pensa siano in grado di far da traino al volume, e Veltroni mi pare tipo abbastanza disponibile, certo non uno dal “no” facile, mica per niente la sua parodia crozziana era incentrata sul “ma anche”. Raimo lamentava il bisogno di legittimazione culturale, la brama del blasone letterario, che sicuramente esiste, così come però esiste il suo corrispettivo speculare: lo scrittore con velleità da intellettuale, da coscienza critica del Paese, che si occupa di politica senza capirci molto.
la vie en beige 