“Non c’è pagina, ma che dico? non c’è frase, non c’è parola (così come, d’altra parte, non c’è situazione o personaggio) del breve ma interminabile romanzo che non sia intrisa d’ovvietà, che non sia, anzi, l’ovvietà stessa fatta a suono e grammatica, l’incarnazione, la discesa in terra del più puro concetto di ovvietà”.
(Giovanni Raboni su Va’ dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro)
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