La cieca esistenza dei progetti non nati, dei libri non scritti, degli amori non corrisposti, “d’altro non è fatta che d’un inesausto agognamento alla vita”.
Archive for febbraio 2018
Agognamenti
febbraio 27, 2018I Grandi Maestri
febbraio 23, 2018Ritratto di donna, Albrecht Durer, 1506
(esposto alla mostra “Durer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, inaugurata l’altro ieri a Palazzo Reale, Milano)
Un’esplosione di colori
febbraio 22, 2018La durata delle cose
febbraio 21, 2018“E poi le cose mi atterriscono; queste cose che durano più delle persone”.
(Cristina Campo, Lettere a Mita, 8/12/65)
Il y a toujours quelque chose d’absent qui me tourmente
febbraio 20, 2018confessioni
febbraio 15, 2018Io non faccio testo
il primo Caravaggio
febbraio 13, 2018Questa è la chiesa di Santo Stefano, nell’omonima piazza del centro di Milano. Ci sono passato davanti migliaia di volte, e qualche volta ci sono pure entrato, quando studiavo alla Statale, cioè dall’82 all’86, infatti si trova vicino a via Festa del Perdono, proprio lungo il tragitto che va dalla metropolitana di San Babila all’università. A pochi passi c’è anche il palazzo moderno tutto vetro e acciaio di via Albricci 7, dove viveva Mia Cinotti, la storica dell’arte che si tolse la vita nel 1992 e che aveva firmato gli studi più illuminanti su Caravaggio. Non lo sapeva lei, come non lo sapevo neanch’io, che in quella chiesa il 30 settembre 1571 venne battezzato Michelangelo Merisi. Il documento del battesimo è stato scoperto di recente da un archivista dilettante, Vittorio Pirami, ex dirigente Fininvest, e ha messo fine a una lunga diatriba su quale fosse il vero luogo di nascita del pittore, così come la data precisa in cui venne al mondo. La sua importanza dipende anche dal fatto che Milano, la sua città natale, non conserva tracce del suo passaggio, come se non ci fosse mai stato, o avesse vissuto ai margini, lui che poi divenne uno dei protagonisti indiscussi del suo tempo. All’epoca l’università era un grande ospedale voluto da Francesco Sforza e progettato dal Filarete, e assieme alla chiesa affacciavano entrambi sul laghetto del naviglio che faceva da porto per le chiatte cariche dei marmi del Duomo. La chiesa si chiamava Santo Stefano in brolo, dal terreno circostante di proprietà di un arcivescovo, ma la struttura non è cambiata col tempo, e neppure le dimensioni. Lì dentro Michelangelo fece la sua prima uscita pubblica, molto probabilmente sotto gli sguardi protettivi e amorevoli di Fermo e Lucia, i suoi genitori dai nomi manzoniani.
Un tal Julio
febbraio 12, 2018“I famas, per conservare i loro ricordi seguono il metodo dell’imbalsamazione: dopo aver fissato il ricordo con capelli e segnali, lo avvolgono dalla testa ai piedi in un lenzuolo nero e lo sistemano contro la parete del salotto, con un cartellino che dice: “Gita a Quilmes”, oppure: “Frank Sinatra”. Invece i cronopios, questi esseri disordinati e tiepidi, sparpagliano i ricordi per la casa, allegri e contenti, e ci vivono in mezzo e quando un ricordo passa di corsa gli fanno una carezza e gli dicono affettuosi: “Non farti male, sai”, e anche: “Sta attento, c’è uno scalino”. Questa è la ragione per la quale le case dei famas sono in ordine e in silenzio, mentre le case dei cronopios sono sempre sottosopra e hanno porte che sbatacchiano. I vicini si lamentano sempre dei cronopios e i famas scuotono la testa comprensivi, e vanno a vedere se i cartellini sono ancora al loro posto.”
(Un ricordo di Julio Cortázar, che moriva il 12 febbraio di 34 anni fa)