Man Ray and his cello model preparing Le violon d’Ingres (ph. by Mark Arbeit, 1930, with Alice Prin, called Kiki de Montparnasse)
Archive for the ‘sogni ad occhi aperti’ Category
Cello model
Maggio 15, 2020Tag:Alice Prin, Ingres, Le violon d'Ingres, Man Ray, Mark Arbeit
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Case in cui mi piacerebbe vivere
aprile 27, 2020Palazzina di via Bruxelles 77, ai Parioli, uno dei progetti di quel piccolo genio dimenticato che fu l’architetto Venturino Ventura.
Tag:Venturino Ventura
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Donne bellissime
dicembre 18, 2019Silvana Mangano al MoMa di fronte a un’opera di Alexander Calder, fotografata da Eve Arnold, la prima fotografa ammessa alla Magnum.
Tag:Constantin Brancusi, Eve Arnold, Magnum, MoMa, Silvana Mangano
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La risposta di Dio a Giobbe
settembre 10, 2019Tag:Toni Garrn
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ride ride, che mamma l’ha fatta gnocca
giugno 24, 2019Tag:Anne Hathaway
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pochi ma buoni
settembre 22, 2018Tag:David Bowie, Il superlativo di amare
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confessioni di una tisaniera
luglio 11, 2018Se avessi la bacchetta magica ora sarei a Parigi nel periodo natalizio, con un uomo di cui non direi il nome neanche sotto tortura, però italiano, io vestita con un abito nero corto con la schiena nuda, i tacchi alti ma spessi, un po’ anni ‘70, e le calze nere opache, quasi senza trucco ma con i capelli dal taglio perfetto, un cappotto di cachemire blu notte, lungo al ginocchio, austero, con grandi tasche e un voluttuoso collo ad anello di volpe nera, un paio dei miei orecchini comprati l’anno scorso e senza borsa, che è il massimo dell’affidamento che una donna può fare quando esce la sera con un uomo e che trovo uno dei messaggi più sexy e provocanti che si possano dare, una resa totale e sfrontata concessa solo al più tenace dei corteggiatori; poi dei guanti corti di camoscio nero e il mio profumo al Neroli preferito. Staremmo passeggiando lungo canal Saint Martin illuminato a festa per andare a mangiare da Fabrice a Belleville, ma già un po’ su di giri per un gin tonic perfetto bevuto sui tavolini del Denfer. Senza smancerie e senza tenerci per mano, che non è roba per me.
Ma è un mercoledì sera di luglio, io sono a casa a Roma, ho appena cenato con un’insalata di farro e una birra e sto sudando anche dal collo, fra poco vado a letto a leggere un libro che non riesco a finire da un mese e ringrazio il cielo di dormire da sola a stella marina con quattro cuscini tutti per me, tra cui quello al pino di cembro che regola il battito cardiaco e regala un sonno rigenerante e rilassante. Prima però spruzzo il profumo balsamico ai quarantuno olii essenziali che libera le narici. Ci vuole un’abilità non comune per conciliare il sé ideale con quello reale, e il segreto è proprio lo spray balsamico ai quarantuno olii essenziali.
Tag:Parigi, tisaniera
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libri che non si possono “leggere”
giugno 18, 2018Che libro, una meraviglia, un album con una foto per ogni pagina, o più d’una, quasi tutte inedite, un sillabario del cronopio maximo che ripercorre tutto della sua vita e delle sue passioni. Ero quasi geloso di questo libro, ne parlavo poco in giro e non lo consigliavo a nessuno per paura che finisse in mani sbagliate. È un libro speciale, un libro che non si può “leggere”, un po’ come il Codex Seraphinianus. A volte mi capita di sognarne qualche brano, le sere di giugno come questa, quando tira vento.
Tag:Alfaguara, Codex Seraphinianus, Julio Cortázar, Un album biografico
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La mia casa ideale
aprile 26, 2017A volte vado alle Scuderie del Quirinale pur non essendo particolarmente interessato alla mostra in programma. Com’è successo domenica scorsa, per l’esposizione “da Caravaggio a Bernini“, affollatissima e non proprio imperdibile. Lo faccio solo per lei, per poter dare un’occhiata anche veloce alla mia casa ideale. L’unico punto da cui è visibile si trova al secondo piano, quando si scendono le scale con la vetrata, alla fine del percorso espositivo. Sulla sinistra, attaccandosi al finestrone, se ne scorge uno spicchio, quello del giardino pensile chiuso da una siepe e riparato in parte da una tenda antisole. Che eleganza, che classe, il salotto in vimini, il tappeto erboso rasato ad arte, un giorno ci ho visto pure un Golden retriever scodinzolante, come una copertina di Architectural Digest. Scommetto che neanche le zanzare d’estate osano turbare quell’armonia, quel silenzio trasparente che l’avvolge e la protegge dagli orrori del mondo. Lì dentro non può succedere niente di brutto, ne sono certo, è un’oasi di pace, l’unione degli opposti, la conciliazione di gusti inconciliabili. Una casa in centro per la mia compagna, che vuole scendere e stare in mezzo alla storia, in un posto peno di vita, di ristoranti e negozi, e una casa col giardino per me, che amo i posti appartati e quieti. Però non a piano terra, che non è sicura, ci entrano i ladri e gli interni sono bui. Quella dietro le Scuderie del Quirinale è la casa perfetta, indipendente come una villetta in campagna e comoda come un attico con vista sul Vittoriano. Quando vincerò al superenalotto – perché anche se non gioco prima o poi vincerò, così come sono certo che il mio prossimo libro che non sto scrivendo venderà tante copie – andrò subito dal suo proprietario e gli farò un’offerta che non potrà rifiutare.
Tag:casa ideale, da Caravaggio a Bernini, Scuderie del Quirinale
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